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CLIMATE STRIKE - I cambiamenti climatici in corso sul pianeta Terra, non interessano solamente l’aumento delle temperature e l’innalzamento progressivo del livello del mare, ma riguardano anche l’erosione e il dissesto idrogeologico delle strutture costiere.
Uno studio pubblicato sulla rivista Climate Change, compiuto dall’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino del Consiglio nazionale delle ricerche di Oristano, ha ipotizzato che, a causa dell’aumento di CO2 negli ambienti marini, fino al 2100 l'accumulo di sedimenti alla base dei sistemi dunali mediterranei potrebbe calare del 31%, con erosione delle spiagge e maggiori rischi di inondazioni (www.nationalgeographic.it 21 dicembre 2018).
In Sicilia, la cui regione vanta 1600 km di costa, questo problema si sta verificando nelle zone dell’agrigentino, le cui frane distano pochi metri dalla sede stradale. Un divieto di accesso è stato posto per la Scala dei Turchi, a causa di una frana venuta giù dalla parete rocciosa a dicembre 2017 e alle Eolie è stato posto ufficialmente un divieto di balneazione a Strombolicchio. Dall’estratto di una scheda di rilevamento, nelle zone di Scopello (Castellammare del Golfo, Trapani), vi è un’instabilità derivata da una serie di crolli, scivolamenti rotazionali e colamenti (www.regione.sicilia.it).
Una delle cause principali del dissesto idrogeologico costiero è l’abusivismo edilizio degli stabilimenti balneari perpetrato a scapito delle linee costiere, che ha causato negli ultimi decenni il ritiro delle dune naturali dei litorali sabbiosi e un abbassamento dell’azione di dissipamento di energia delle onde ad opera delle spiagge.
Viviana Nobile
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