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“Voglio presentare alla collettività la favola di un luogo rimasto intatto nella sua purezza dopo un lungo incantesimo. Questo mondo fatato ha resistito a speculazioni e interessi opachi, ora è il momento che le nuove generazioni siano protagoniste del lieto fine”. Queste le parole di Antonio Presti, il quale sta riqualificando la meravigliosa zona delle Rocce di Capo Mazzarò con un progetto importante di recupero e rilancio della zona a livello internazionale, in base al quale è stato creato un Museo di Arte Contemporanea, un albergo, un’Accademia delle Arti e del Restauro per la formazione di giovani ben qualificati, un giardino di essenze spezie mediterranee e un orto botanico. Inoltre vi è stata la trasformazione delle fatiscenti strutture precedentemente esistenti in stanze-albergo per opera di artisti di fama internazionale e l’organizzazione di diverse attività e percorsi culturali e ambientali in collaborazione con altri comuni, in seguito a diversi decenni di noncuranza, trascuratezza e abbandono. Il Villaggio Le Rocce era stato inaugurato nel 1954 su volontà dell’Assessorato Regionale al Turismo per puntare negli anni del dopoguerra sul turismo e la valorizzazione di uno di quei luoghi magici di cui la Sicilia è piena: un momento di grande ascesa per Taormina, scelta come destinazione privilegiata del turismo internazionale (star di Hollywood del calibro di Liz Taylor e Cary Grant, solo per citarne due, la sceglievano spesso come meta). Negli anni, però, qualcosa è cambiato e nel 1972 si è addirittura arrivati alla definitiva chiusura del luogo, per l’indifferenza e la trascuratezza della burocrazia, cadendo in tal modo nel dimenticatoio. Da qualche anno a questa parte si sta cercando di riaprire un capitolo che sembrava terminato già da tempo e le idee e il lavoro di Antonio Presti sono un importante segnale.
“La nostra vita è un comodato d’uso offerto dall’Universo: l’esistenza non è possesso, ma condivisione. Recuperiamo uno spazio unico, profanato dal disinteresse della politica e dall’avidità di chi avrebbe voluto sfregiarlo – continua Presti – costruiremo intorno al paesaggio un nuovo codice di fruizione: aboliremo la logica del cemento nel pieno rispetto di questo luogo, con le anime tese a quell’orizzonte che si apre davanti agli occhi. La Fondazione sta già lavorando per consentire a questo poggio incantato di dare cittadinanza all’Arte in tutte le sue forme”. Oltre alla visita alle Rocce, sono previsti vari appuntamenti, di cui il primo è “Incantesimo”, un insieme di mostre fotografiche con percorsi riguardanti la storia delle Rocce, la testimonianza della Fondazione Fiumara d’Arte e dell’Atelier sul Mare e “Taormina Cinema” con la dolce vita degli anni ’60 che fino al 27 settembre al Castello di Mola è possibile visitare gratuitamente dalle 10.30 alle 21.
Un museo a cielo aperto, così come lo è l’Atelier sul Mare a Castel di Tusa, in cui si vuole abbandonare la logica del cemento e invece sposare quella secondo cui si deve creare un equilibrio armonico tra la struttura e la natura.
Alessandra Leone