Il cirneco dell'Etna è un cane da caccia appartenente ad una razza molto antica che ha subìto poche manipolazioni nel corso dei secoli. Le origini del cirneco, si dice, risalgano al 1000 a.C. Si dice che questa razza derivi dai cani dei Faraoni egiziani (i Tesem) e da cani importati in Sicilia dai punici.
Secondo la classificazione della Federazione Cinologica Internazionale (F.C.I.), tutti i cani appartenenti alla razza dei "levrieri" appartengono al 10º gruppo, mentre il cirneco è inserito nel 5º Gruppo, quello delle razze di tipo primitivo. È un animale molto veloce e viene utilizzato soprattutto nella caccia al coniglio selvatico e alla lepre.
Si presenta con una figura molto snella, zampe lunghe, orecchie dritte e un corpo muscoloso, ma nello stesso tempo molto elegante. Ha un fiuto eccezionale ed è agilissimo nel cambiare direzione durante l'inseguimento della preda. Da notare come, sebbene l'aspetto del cirneco ricordi quello dei levrieri, non cacci a vista come i primi ma usi l'olfatto. Generalmente si presenta snello e, se nutrito in modo adeguato, mantiene una linea elegante e slanciata.
Il colore del suo manto, riconosciuto dagli standard di razza, è il fulvo più o meno intenso, isabella e sabbia, con lista bianca in fronte, al petto, zampe bianche, punta della coda bianca e ventre bianco. Molti esemplari hanno sul petto una macchia bianca, a forma di stella.
Per i suoi estimatori, si tratta di una animale nobile, elegante, fedele, un cane da caccia abituato a vivere vicino all'uomo.
Il cirneco dell'Etna è presente in Sicilia da almeno tre millenni, gli archeologi hanno scoperto le sue tracce in ritrovamenti fossili, numismatici e letterari.
Lungo il corso del Simeto, attorno al 1960 era stato ritrovato lo scheletro di un cane, risalente all'incirca al 1400 avanti Cristo, con la testa molto somigliante al tipo Cirneco. Altre tre scheletri balzano fuori dalla necropoli del Fusco a Siracusa e nei mosaici della Villa del Casale, è raffigurata una muta di cirnechi mentre sbrana Atteone. Ma il Cirneco è soprattutto rappresentato su monete con la Dicracma di Segesta, che circolano in Sicilia tra il V e il III secolo avanti Cristo.
Insomma, non esiste un altro animale che possa vantare un simile "pedigree" archeologico. Per i suoi estimatori, si tratta di una razza nobile, elegante, fedele, un cane da caccia abituato a vivere vicino all'uomo.
Se ne è discusso domenica 26 settembre all'antiquarium del Baglio Florio nel Parco archeologico di Selinunte e alle Cave di Cusa, due momenti di discussione sul tema "Il cirneco tra archeologia e attualità". Nell'area monumentale delle Cave di Cusa si è svolto anche il raduno nazionale "Cirneco dell'Etna" dell'Enci, l'ente nazionale cinofilia italiana.
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