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Dopo Lampedusa (1-5 ottobre 2014) e Pozzallo (11-15 maggio 2016), quest’anno l’onore di ospitare “Sabir, festival diffuso delle culture mediterranee” lo ha Siracusa. Promosso dall’ Arci, insieme ad Acli e Caritas, con la collaborazione di Asgi, A Buon Diritto, Carta di Roma e Cgil, l’evento, che si svolge dall’11 al 13 maggio, rientra tra le manifestazione inserite nel programma delle celebrazioni dei 2750 anni della fondazione della città aretusea e si presenta come importante occasione di sensibilizzazione e arricchimento, anche per coloro che non sono così convinti della necessità dell’integrazione. Quest’anno i temi centrali del festival sono da un lato la relazione, spesso strumentale e contraddittoria, tra cooperazione internazionale e immigrazione nei paesi d’origine e transito; dall’altro quello dei minori stranieri non accompagnati, ormai particolarmente numerosi. Nel corso della manifestazione sono previste molte iniziative, mostre, laboratori in cui verranno coinvolte anche le scuole, incontri a livello internazionale, importanti momenti formativi, appuntamenti culturali di teatro, letteratura e musica. È stato presentato ieri mattina alle 12 al Salone Borsellino del Palazzo Vermexio il programma di Sabir, con gli interventi del sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo, di Francesca Chiavacci (Presidente Arci Nazionale), di Simona Cascio (Presidente Arci Siracusa), di Roberto Rossini (Presidente Acli), di Oliviero Forti (Caritas Italiana) e di Moni Ovadia, attore teatrale, drammaturgo, scrittore, compositore e cantante , che si è da sempre mostrato sensibile al tema dell’immigrazione e ha affascinato i numerosi presenti con il suo modo di fare così diretto ed efficace. “Un uomo”, ha detto, “non può decidere dove nascere, ma deve decidere dove vivere e morire, quando sarà la sua ora. Si deve andare oltre questo diffuso clima di ipocrisia, falsa retorica, bon ton istituzionale e via dicendo. Sono necessarie, invece, parole chiare e forti; di certo è una battaglia difficile, ma necessaria”. Siracusa, come ha voluto sottolineare l’avvocato Giuseppe Piccione, presidente del comitato dei festeggiamenti per i 2750 anni, è sempre stata accogliente; la vera scommessa per questa città è ritrovare la propria anima colorata e pensare a come sarà tra 2750 anni.
Ieri sera alle 21.30 al teatro comunale è andato in scena lo spettacolo teatrale “Anime migranti” di Moni Ovadia e Mario Incudine, che ha riscosso come previsto grande successo, tanto che molti non sono riusciti a parteciparvi, poiché, pur essendo a ingresso gratuito, è stata solo pochi giorni prevista la prenotazione all’evento, creando di conseguenza qualche disagio e delusione; altro importante appuntamento è quello di oggi pomeriggio alle 18 in piazza dei Mergulensi, con la presentazione del libro “Lacrime di sale. La mia storia quotidiana di medico di Lampedusa fra dolore e speranza” con Pietro Bartolo e Lidia Tilotta, in cui presenteranno Lucia Basso (giornalista Rai3) e Carlo Testini (Arci); di certo sarà molto particolare e suggestiva anche la “Festa dei popoli”, in cui sempre nella serata di oggi, dalle 19 alle 24, dalla piazzetta della chiesa di San Filippo, lungo la via della Giudecca fino a piazza San Giuseppe, si svolgerà una sfilata con bandiere dei paesi e migranti nei loro abiti tipici. “Last but not least” l’incontro di sabato 13 alle 19 in piazza dei Mergulensi con la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, autrice di libri di enorme successo, come “La Mennulara”, “La zia marchesa”, “Il veleno dell’oleandro” e“Caffè amaro”.
Alessandra Leone