La presentazione de “Il verso dell’amore” – un’indagine dell’ispettore Alfredo Corpaci, edito da Europa Edizioni - di e con Lucia Corsale, è divenuta momento di analisi di un genere letterario, il giallo, e della lingua che, lungi dall’essere unitaria, abbraccia più varietà. Nel salone di Villa Reimann, dinanzi a un folto pubblico, hanno relazionato sul romanzo Corrado Di Pietro, saggista e scrittore ed Elio Tocco, già professore di Storia e Filosofia. Sono intervenuti anche la presidente della Fildis sezione di Siracusa, Irene Gionfriddo, il presidente del Consorzio Universitario Archimede, Silvano La Rosa, il presidente e la vice-presidente dell’associazione Christiane Reimann, Marcello Lo Iacono ed Elvira Siringo. Corrado Di Pietro ha poi sottolineato come la stesura del romanzo giallo sia un’ardua impresa. Secondo lui l'autore deve: seminare molti indizi funzionali all’indagine, in un acrobatico gioco di allusioni che mai devono illudere il lettore; mantenere desta l’attenzione creando un clima di tensione; infine, non deve perdere l’equilibrio narrativo nella giungla di supposizioni.
«Tra i tanti autori del genere che in Italia hanno fatto scuola (Giorgio Scebarnenco, Maurizio De Giovanni, Donato Carrisi, Giorgio Faletti, ecc…) il più conosciuto e apprezzato rimane Andrea Camilleri, col suo esuberante commissario Montalbano, a cui – ha affermato Di Pietro – Lucia Corsale deve un onesto contributo. Il merito maggiore della scrittrice siracusana, che per smorzare la gravità del racconto fa leva sull’ironia, - ha continuato - è proprio il registro linguistico, molto originale, basato sul dialetto siciliano, sull’italiano regionale, sull’italiano popolare, con qualche incursione nell’italiano standard o letterario e le cui differenze sono percepibili a più livelli: fonetico, morfologico, sintattico, lessicale, prosodico. Un registro popolare, medio-basso, effervescente, distante dai paludamenti di una scrittura aulica o scolastica. Le sgrammaticature, poi, trovano la loro cittadinanza naturale in questo testo perché formano quegli sperimentalismi tipici della scrittura creativa».
Il professore, Elio Tocco, si è soffermato sulla lingua che: «Non è soltanto un modo di esprimersi, ma di pensare, di riflettere, di immaginare, di concepire il mondo. La lingua non è neutra rispetto alla realtà, la lingua è la realtà; non è, dunque, forma ma sostanza». Poi, dando un punto a favore dell’autrice, ha sottolineato la spontaneità del suo registro linguistico, meno artificioso di quello di Camilleri.
«Il verso dell’amore – ha specificato Lucia Corsale – non è certamente un giallo all’americana, in cui il modello capitalistico è innestato nelle dispersive metropoli e i cui crimini prendono le mosse da inenarrabili perversioni, né un noir la cui ambientazione è sempre cupa, né un giallo classico in cui il meccanismo narrativo si riassume nella domanda: “Chi è stato?” È un giallo realistico in cui prorompe uno spaccato della società e che per le tradizioni e le usanze tratteggiate sembrerebbe far rima con folcloristico».
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