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L'allegoria d'Amore di Peparini merita il lungo applauso del Teatro Grecop di Siracusa

2024-07-06 15:59

Francesca Brancato

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L'allegoria d'Amore di Peparini merita il lungo applauso del Teatro Grecop di Siracusa

«In principio era il Caos…» poi arrivò l’uomo, con le stagioni e con esse il tempo di Amore

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«In principio era il Caos…» poi arrivò l’uomo, le stagioni e con essi il tempo di Amore. Comincia così “Horai. Le Quattro Stagioni”, l’allegoria di un amore, narrata portando in scena le sue fasi, che si susseguono, inesorabili, così come fanno le quattro Stagioni.

Giuliano Peparini porta nuovamente al Teatro Greco di Siracusa Giuseppe Sartori (un appassionato e coinvolgente Amore), che rivive la storia di una relazione attraverso un viaggio emozionale, dove l’elegantissima Eleonora Abbagnato, per la prima volta sul palco dello storico Teatro aretuseo, e Michele Satriano, interpretano le due parti in causa. Con loro, 25 performer e 15 tra allievi e allieve dell’Accademia dell’Inda.

Protagonista assoluta di Horai la danza, sulle note de Le quattro stagioni di Vivaldi, delle musiche di Scarlatti e dei più grandi brani di musica jazz (ma non solo), come quelli di Billie Holiday, Charles Aznavour e altri grandi della musica contemporanea. Le parole di Amore sono, invece, tratte dalla poesia antica di Aristofane, Catullo, Orazio… Il tutto si svolge all’interno del “nido d’amore”, dalle cui finestre riusciamo a scorgere l’alternarsi delle stagioni.

Tutto ha inizio con l’Inverno, il cui gelo alberga nel cuore del protagonista che, disteso sul divano, ricorda il suo amore finito. Flashback. Un amore, il suo, che nasce con lo sbocciare della Primavera, stagione che dà nuova linfa e luce, dove prima imperversavano il buio e la pioggia. Da un iniziale e delicata infatuazione si arriva ad una bruciante passione estiva, dove i corpi degli amanti danzano e si uniscono, in un turbinìo di colori e movimenti vibranti. 

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Purtroppo però anche la passione, col tempo, affievolisce, ritorna la pioggia e con essa giunge l’Autunno. Cambia nuovamente la scenografia, punte di giallo e verde acido a tratti provano a rendere meno grigio il tutto e anche fra il pubblico si avverte un certo brivido, come se l’atmosfera fosse cambiata, non solo fra i due amanti, che adesso si ignorano e a stento si guardano, ma anche in coloro che assistono al mutare del loro sentimento. 

L’amore si trasforma in apatìa e questa alimenta il malcontento, che sfocia nella violenza. Il giallo delle foglie lascia il posto a punte di rosso, come quello delle scarpette indossate dalle ballerine, in un chiaro rimando alla violenza domestica. Poi tutto torna grigio e cupo.

Infuria la bufera e con essa torna l’inverno. La neve e il gelo la fanno da padroni, invadendo i cuori di tutti. I due, che una volta danzavano sulle note della Primavera, adesso si scontrano, in una lite furiosa quasi quanto il vento che batte contro le finestre e che distrugge tutto. Dopo la distruzione, arriva la speranza e la natura ricomincia il suo ciclo. Ma a che prezzo?

Niente è immune al trascorrere del tempo, né le stagioni né, tantomeno, l’amore. 

 

Luci spente, cala il sipario su Amore e il Teatro Greco di Siracusa. Un lungo e fragoroso applauso si alza fra il pubblico, che omaggia tutti gli attori a scena ancora aperta. Menzione d’onore agli splendidi costumi di Valentina Davoli e Silvia Oliviero.

Questa sera lo spettacolo tornerà in scena per la seconda e ultima replica, da non perdere!

 

 

©riproduzione riservata

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