Tratto dall’omonima novella di Luigi Pirandello, lo spettacolo “Pensaci, Giacomino!”, la cui prima trasposizione teatrale risale al 1916, è stato rappresentato nella sua tradizionale versione agro-dolce al “Garibaldi” di Avola – direttore artistico Tatiana Alescio – con un grandioso Pippo Pattavina. La commedia, divisa in tre atti, ed in cui emergono con prepotenza i topoi pirandelliani – l’incapacità dello Stato, quella società che è una pupazzata, i paradossi, le maschere e le crisi di identità dell’individuo – è ambientata in una nicuzza città della provincia dove insistono un liceo e qualche domicilio. Il preside, il Cavaliere Diana, che non transige sulla disciplina, rimprovera l’anziano professor Toti (Pattavina), ormai privo di autorità, per aver consentito l’accesso fortuito di un giovinastro, ma quegli, cadendo sempre in piedi, non è mica un disastro.
«Mi dia un temperino, per fare un taglio ad un nostro dito, ne uscirebbe sangue, preciso però all’acqua, non come quello dei ragazzi che hanno il fuoco dentro» come dire non voglio capire e, dunque, non sento. Ne nasce, dunque, una discussione, e il preside, impettito, vorrebbe che l’altro andasse in pensione – diciamolo pure – perché lo ritiene ormai rimbambito. Ma il professor Toti si appella allo Stato – quel grandissimo disgraziato – e grida vendetta: prenderà in moglie una giovane donna, per far sì che il Governo, quando la morte verrà a trovarlo, le paghi il vitalizio, riprendendo a pagare così dall’inizio. Il professor Toti, dunque, si reca a casa del custode del liceo, Cinquemani: ha intenzione di sposare sua figlia, Lillina, una ragazza di 16 anni molto carina. Lillina pensa che il professore sia lì per mettere una buona parola, aspetta un figlio da Giacomino, ma al papà come glielo dico? Il professore troverà un lavoro in banca al giovane e tutti e quattro, lui, Lillina, Giacomino e Ninì il bambino, andranno a vivere sotto lo stesso tetto, non è un’idea da poco, ma un ottimo progetto. Ma Lillina è in preda alla malinconia, Giacomino non torna a casa da qualche giorno, mica è colpa mia. E mannaggia alle convenzioni sociali che bruciano come sulla ferita il sale, e mannaggia alla maldicenza che sputa giudizi e condanna l’indecenza. A causa di tale situazione, i genitori di Lillina sono vergognati, non possono più mettere il naso fuori dalla porta, non vanno biasimati. Anche Giacomino è in imbarazzo, si è trovato una nuova fidanzata, un’orfana, amica di Rosaria, no, non è pazzo. Riusciranno i due ziti a ricongiungersi per il resto della loro vita? Sembrerebbe di no, ma Toti lo minaccia di andare con Ninì dalla sua nuova conquista, di fargli perdere il posto in Banca, e Giacomino di fronte al figlioletto, lo abbraccia, no, non è un essere abietto. Uno spettacolo di grande levatura che ha chiuso, almeno per la sezione prosa, il cartellone degli eventi 2024 del teatro “Garibaldi” di Avola organizzato di concerto con l’amministrazione comunale, in primis il sindaco, Rossana Cannata, e l’assessore allo Spettacolo, Debora Rossitto.
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