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“Il festival si propone di registrare le voci del profondo, viscere o memorie che siano. Vi presta ascolto elencandole una ad una. La voce della poesia, tanto per cominciare. Per seguire con la voce ancestrale, con quella dei fantasmi, la voce perduta, la voce della memoria e quella della coscienza. Tutte possibilmente in solo, nude e crude, senza distrazioni. Così nasce l’idea di "solos", plurale di una parola semanticamente singolare, un palindromo che può essere letto anche sottosopra. D’altronde il solo è una condizione che è sempre la stessa, da qualsiasi punto la guardi. Il naturale prolungamento di questo percorso sarà affidato inevitabilmente agli echi, la coda del suono. Si prosegue seguendo il filo del discorso, toccando diverse corde sensibili”. Così si legge sul sito di Efest, Etcetera festival, in cui “la voce fa volare le parole”, in cui si viene a contatto, grazie alla musica e alla poesia con la più profonda parte di se stessi, con magia, silenzio e suoni ben diversi da quelli che ascoltiamo quotidianamente nella vita di ogni giorno.
Da oggi fino a giovedì 22 giugno, si terrà la prima parte di “Efestiade 2017”, rassegna di musica e arte organizzata da Efest.
Piccola digressione della sottoscritta (non senza motivo a mio parere): ricordate la splendida canzone vincitrice del Festival di Sanremo del 2001 “Luce (tramonti a nord-est)”? Un po’ zen e filosofica, un po’ orientale, piazzatasi al terzo posto tra i cento migliori brani usciti negli anni duemila, tra premi di prestigio in varie parti del mondo, composta da Elisa, che ne è stata pure la cantante, e da quel controcorrente di Zucchero Fornaciari? Nel suo incipit il brano diceva: “Parlami come il vento tra gli alberi, parlami come il cielo con la sua terra…”. Non è questo forse un invito a ritrovare (o acquisire per la prima volta) un contatto con ciò che ci circonda, con la natura, gli odori e i suoi suoni, senza maschere pirandelliane e filtri vari? Sempre la stessa canzone termina con un invito parecchio forte: “Ascoltami, ascoltami, ascoltami, ascoltati”!!! Ecco, cari amici, qui sta il punto nevralgico: noi ascoltiamo noi stessi? Prestiamo davvero attenzione agli altri? Ne siamo capaci? Quando, ad esempio, a un amico chiediamo come sta, sentiamo come risponde o è semplicemente una domanda di circostanza come un’altra, cui non dai peso? Forse la facciamo per educazione e non ci importa più di tanto quale sia la risposta? Mh… E poi… Riusciamo ad avere dei momenti per noi stessi, curare, nutrire e coccolare la nostra anima? Può essere che già i Greci avevano capito tante cose importanti (come la filosofia e la democrazia solo per citare qualcosa, ma sarebbe davvero lunga la lista) e oggi noi, che ci sentiamo così forti e sicuri, invece di andare avanti stiamo drammaticamente facendo passi indietro, rischiando di perderci in un bicchiere d’acqua ?
Questo per dire che credo che le finalità di “Efestiade” siano proprio queste! Stai attento al mondo e stai attento a te stesso, dai peso a cose che oggi sembrano non averne, come leggere un libro o “addirittura” una poesia (sì ancora ci sono poesie, cari miei… E oserei dire per fortuna!), oppure prendersi del tempo per sé, stare in silenzio a guardare il cielo o il mare o il gatto che vuole giocare con te. Scusate se è poco nell’epoca 2.0, in cui si rischia che sia più importante chattare per ore via Facebook o Messenger piuttosto che vedersi di presenza, occhi negli occhi, con un amico o con la persona che ti interessa davanti a un caffè, o in un periodo storico in cui si risponde con un’emoticon invece che a parole per esprimere le proprie sensazioni e stati d’animo.
Ecco gli appuntamenti di Efestiade 2017:
Il luogo in cui si svolgeranno le manifestazioni è top secret: soltanto coloro che sono riusciti a iscriversi (50 i posti disponibili) ne sono venuti a conoscenza.
Alessandra Leone