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IL SABIR NEL MEDITERRANEO: PER SECOLI UNA LINGUA DI PACE

2025-06-12 15:02

Redazione

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IL SABIR NEL MEDITERRANEO: PER SECOLI UNA LINGUA DI PACE

Ciò che non riuscì a fare l’Esperanto, l’idioma che avrebbe dovuto unire in una sola lingua i popoli europei, riuscì a fare il Sabir che unì il Mediterraneo.

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Per circa 800 anni un fantasma buono si è aggirato per il Mediterraneo: era il Sabir, una strana lingua, detta anche (in tempi più recenti) Lingua Franca Mediterranea e che oggi potremmo definire una “lingua di Pace”.

Perché diciamo “un fantasma”? Le grandi potenze coloniali, quelle che volevano imporre non solo la loro economia ma anche la loro cultura e lingua, non hanno mai visto di buon occhio questo idioma, che però consentiva agli equipaggi delle varie navi, e non solo, di potere girare per il Mediterraneo e trattare i propri commerci.

Ciò che non riuscì a fare l’Esperanto, l’idioma che avrebbe dovuto unire in una sola lingua almeno i popoli europei, riuscì a fare il Sabir che permise ai pescatori e ai marittimi di tutti i paesi che danno sul Mediterraneo di avere rapporti per secoli, aldilà e spesso anche contro ogni regola che voleva cristiani e musulmani divisi.

Il primo era stato creato come lingua artificiale nel 1887 dal medico e linguista polacco Ludwik Zamenhof che la ideò come una lingua neutra e semplice, che potesse superare le barriere linguistiche e promuovere la comprensione reciproca tra popoli di differenti culture. Ma non ebbe supporto istituzionale, con la chiara ostilità di USA, Inghilterra, Francia e Spagna. Ma proprio negli anni in cui si tentava questo esperimento un idioma della tipologia della “pidgin” era al suo culmine d’uso. Si trattava, appunto, del Sabir, detto anche “Lingua franca Mediterranea”. Era ancora possibile sentirla parlare fra i compagni di pesca, siciliani e tunisini, nella kasbah di Mazara del Vallo negli anni Ottanta. Molti decenni dopo sparì.

Nel mondo vi sono varie lingue cosiddette “pidgin“, che con il diffondersi delle lingue internazionali, Inglese, Francese ed anche Spagnolo, hanno avuto la tendenza a scomparire. Nella maggior parte dei casi non si può parlare di vere e proprie lingue, mancando una tradizione letteraria e avendo strutture non codificate e fortemente semplificate, sia nella struttura che nel vocabolario. I “pidgin” consentono, dunque, la comunicazione tra i parlanti di due o più lingue differenti e la lingua più forte viene detta “lessificatrice”. Diversi sono gli elementi che contribuiscono alla nascita di un “pidgin”: i contatti, regolari e protratti nel tempo, tra due diverse comunità linguistiche; la necessità di comunicare tra gli appartenenti alle due comunità, come come anche la scarsa conoscenza di una lingua "internazionale" utilizzabile per gli scambi tra le due comunità. 

Nel Mediterraneo i problemi di comunicazione erano tanti e come in altre parti del mondo l’esigenza di comunicare, specie per gli scambi commerciali, fece nascere le lingue “miste”, o “Pidgin” appunto, che unissero i popoli di questo mare al centro del mondo. Fu quindi il “Sabir" a fungere da collante fra tutte queste realtà.

Molto si è dibattuto sulla sua origine: lingua delle crociate, lingua dei commerci tra popoli dell'Europa occidentale e i Turchi, gli Arabi e i Maghrebini. Di certo era la lingua delle ciurme e delle relazioni tra gli schiavi e i loro padroni: "Anda, anda canaglia, anda a palazzo" (va' a casa, canaglia). La pirateria nel Mediterraneo contribuì notevolmente a concentrare in Nord Africa una gran moltitudine di europei, i quali avevano necessità di comunicare quotidianamente con i musulmani, berberi o turchi per sopravvivere. Sebbene avesse diverse varianti, la più diffusa e persistente era costituita principalmente da un lessico al 60-70% di italiano (nello specifico dialetto Siciliano, Veneziano e Genovese) e un 10% di Spagnolo, con influenze di altre lingue mediterranee come Arabo, Catalano, Greco, Occitano, Portoghese e Turco. 

Il Sabir era chiamato anche “petit mauresque” (in francese “piccolo moresco”). Il termine è una storpiatura del catalano Saber, “sapere”. Semplificato nel lessico e nella grammatica, il Sabir si componeva di verbi all'infinito e pochi vocaboli ma ben precisi. Vi era un largo uso delle preposizione per supplire alla mancanza di alcune classi di parole, tra cui l'aggettivo possessivo; aveva inoltre un numero limitato di tempi verbali.  

Ed essendo una lingua nata per essere parlata, sono rarissime le testimonianze scritte: il primo documento in lingua franca risale al 1296 e si tratta del più antico “portolano” (elenco dei porti) relativo a tutto il Mediterraneo, intitolato Compasso da Navegare. 

Ancor prima, nel 1830, venne pubblicato il Dictionnaire, manuale scritto in lingua francese in occasione della spedizione francese in Algeria per la conquista di Algeri, che doveva servire ai soldati francesi per imparare e conoscere la lingua Sabir

Questo fu l'inizio della fine. Presto il Nord Africa sarebbe stato occupato dai francesi e quindi dalla lingua francese e poi anche dall'inglese e in parte dall'italiano, avrebbe soppiantato il Sabir e il suo uso sarebbe andato perso.

 

 

ESEMPI IN   LINGUA SABIR: 


 

Da  Molière, nelle commedia Il borghese gentiluomo, del 1670: 

«Se ti sabir ti respondir, se non sabir, tazir, tazir». 

«Drio me vegnir e mi te voler parlar».  

«Se ela mi amar, mi avera». 

 

Sempre da Molière ne Il siciliano o l'amor pittore, in cui rappresenta uno schiavo turco che incontra Don Pedre proponendogli di comprarlo dicendo:

«Chiribirida ouch alla
Star bon Turca,
Non aver danara:
Ti voler comprara?
Mi servir a ti,
Se pagar per mi;
Far bona cucina,
Mi levar matina,
Far boller caldara;
Parlara, Parlara,
Ti voler comprara?».

 

Don Pedre risponde:

«Chiribirida ouch alla,
Mi ti non comprara,
Ma ti bastonara,
Si ti non andara;
Andara, andara».
 

Il commediografo veneziano Carlo Goldoni rappresentò, ne L'impresario delle Smirne, un personaggio che si esprimeva in lingua franca. Si chiamava Ali. Il tratto più notevole è l’impiego del verbo “stare” in luogo del verbo “essere”:

«SERVITORE: Signore, una persona brama di riverirla.

ALI: Star signor? o star canaglia?
SERVITORE: All'aspetto pare una persona civile.
ALI: Far venir».

 

 

©riproduzione riservata

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Siracusa. Numero di iscrizione 01/10 del 4 gennaio 2010

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