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Una struttura carceraria con tanto di celle, sezioni e passerella riprodotta nella cavea del teatro greco. Questa è l'ambientazione dell'Iliade del regista Giuliano Peparini (nella foto). Alla sua terza piece teatrale in occasione delle rappresentazioni classiche, Peparini ha voluto far confluire nella scena la durezza di molte carceri italiane proponendo un testo immortale com l'Iliade, più che mai attuale con gli scenari di guerra che si propongono oggi.
L'hangar dell'ex idroscalo di via Elorina sta accogliendo in questi giorni l'intero e nutrito cast dell'Iliade. Ed è proprio in questo liuogo conteso tra esigenze militari e ambizioni di restituzione di parte dell'area al water front della città, che gli attori hanno dato un assaggio di uno spettacolo che si tiene in anteprima mondiale venerdì 4 luglio.
Il direttore artistico e regista chiuderà la 60ma Stagione di rappresentazioni classiche prodotta dall’INDA con uno spettacolo che racconta i grandi personaggi del poema omerico, nei versi tradotti da Francesco Morosi, con le musiche di Beppe Vessicchio.
L’Iliade, una coproduzione con il Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, resterà in scena fino al 6 luglioper tre serate, e vedrà fra i protagonisti uno dei più noti attori italiani, Vinicio Marchioni, al suo debutto al Teatro Greco di Siracusa nel ruolo dell’Aedo. Achille sarà interpretato da Giuseppe Sartori; Gianluca Merolli sarà Ettore, Giulia Fiume Andromaca, Danilo Nigrelli il re Priamo, Jacopo Sarotti l’ombra di Patroclo, e Elena Polic Greco la voce di Era. Nel cast anche un gruppo di performers e gli allievi della Peparini Academy e dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico.
La terza regia di Giuliano Peparini a Siracusa, dopo Ulisse, l’ultima Odissea e Horai. Le 4 stagioni, sarà ambientata in un carcere di massima sicurezza.
“Spazio chiuso e conflitto costante; come Troia, una prigione è un luogo chiuso dove gruppi rivali (i greci e i troiani, oppure le gang carcerarie) si fronteggiano in un conflitto continuo, senza una via di fuga immediata. Codici d’onore e vendetta –spiega Giuliano Peparini -. Nell’Iliade, la guerra è guidata da concetti di onore, vendetta e rispetto tra guerrieri. In carcere, regole non scritte e codici d’onore determinano rapporti di potere, rispetto e ritorsioni, proprio come accade tra Achille, Agamennone, Ettore e gli altri personaggi epici. Leadership e gerarchie rigide. Nei campi greco e troiano ci sono capi (Agamennone, Priamo, Achille, Ettore) che comandano e fanno rispettare le proprie regole. All’interno del carcere, tra i detenuti, vi sono leader che dettano legge all’interno delle loro fazioni. Furia e distruzione. La rabbia di Achille, che guida gran parte della narrazione, potrebbe essere paragonata a esplosioni di violenza in carcere, dove il desiderio di vendetta o la perdita di un compagno porta a scontri sanguinosi. Unica via di uscito, la morte o il compromesso. Nell’Iliade, la guerra finisce solo con la distruzione di Troia, e molti personaggi muoiono. In carcere, per molti l’unica via d’uscita è scontare la pena fino in fondo o, in alcuni casi, soccombere alla violenza interna.