Per molti l'archivio non è altro che un accumulo di fogli e documenti, inerte, fermo nel tempo, per altri è un tesoro inestimabile da scoprire, un insieme di risorse infinite messo a disposizione.
In Italia, al di là degli archivi pubblici, vi è una grande presenza di molti privati, che hanno impiegato parte della vita di chi li mette insieme ad unire una progettazione classificata e oggetti appartenenti ad una stessa categoria. L'archivio diventa così uno spazio chiuso che non ammette estranei, oppure apre le porte a chi coltiva interessi affini e in molti casi da il via alla creazione di veri e propri musei.
Uno di questi luoghi del sapere si trova in Sicilia a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Si tratta dell’Archivio di Comunicazione Visiva e libri d’Artista, che raccoglie una selezione di rari libri d’artista-libri oggetto e riviste d’arte a livello internazionale. Iniziato negli anni ’90 del secolo scorso e recentemente istituito come luogo di studio e ricerca, questo archivio contiene oltre 500 libri d’artista, opere in assembling box e riviste d’arte, opere sculture in forma di libri raccolti dall’archivio-collezione, che da anni si interessa di questo singolare mezzo di comunicazione estetica.
La raccolta in questione è, senza dubbio, una delle collezioni private più originali dell’entroterra siciliano, non solo per la grande quantità di opere, ma principalmente per la loro specificità e rarità. A fondarla è stato Calogero Barba, artista e collezionista, noto per il suo contributo nell’ambito del libro d’artista. Questo luogo di studio e ricerca, emanazione dell’Associazione Culturale Qal’at, della quale Barba è presidente, ospita una collezione eccezionale sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La raccolta rappresenta una fondamentale testimonianza storica della produzione di artist’s books, a partire dagli anni ’60 del Novecento sino ad oggi.
I volumi che compongono il fondo nisseno portano la firma di personaggi di spicco del mondo artistico nazionale e internazionale, come Andy Warhol, Ed Ruscha, Alighiero Boeti, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti, Bruno Munari e Damien Hirst, solo per citarne alcuni. Negli anni ‘70, durante il suo periodo di formazione a San Cataldo, Calogero Barba comincia a raccogliere un numero considerevole di pubblicazioni d’arte, del genre più svariato (riviste, cataloghi e brochures), che comncia a conservare e ordinare per il futuro. Barba scopre, poi, il libro d’artista quale originale mezzo espressivo, grazie al critico siciliano Francesco Carbone, che lo indirizza nella ricerca di questo nuovo ambito, a quel tempo, ancora inesplorato.
Nella raccolta troviamo diversi esemplari concepiti e realizzati dalle maggiori figure artistiche delle neoavanguardie internazionali, autori che hanno fatto parte dei fenomeni artistici e delle correnti artistiche degli anni 1960-1980, dall’arte povera italiana, alla poesia concreta, poesia visiva e visuale, alla pop art, all’arte antropologica, alla body art, al fluxus, alla transavanguardia e all’arte programmata. Barba cura le prime esposizioni pubbliche dell'archivio, con omaggi a John Cage, a Joseph Beuys e a Bruno Munari, attirando appassionati d’arte da tutta Italia. Un vero e proprio azzardo, che ha finito per diventare esperienza artistica e fa di San Cataldo il centro di un mondo ideale, messo a completa disposizione dei siciliani, ma non solo.
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