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Siracusa - Quindici gli artisti giunti da più parti d’Italia e della Sicilia per dare vita all’iniziativa “Badia Lost and Found”, capitanata da Giorgio Franco e realizzata dall’Associazione Italia Nostra sezione Lentini.
Un’iniziativa giovane e completamente made in Sicily, che si fa espressione di un desiderio di rinascita culturale e della volontà di tutelare i beni storico artistici della città, permettendone, allo stesso tempo, una maggiore e migliore fruizione non solo da parte dei visitatori, ma soprattuto da parte dei cittadini.
Il progetto prende il nome da uno dei quartieri storici del piccolo centro siciliano, la Badia, il cui cuore pulsante è Palazzo Beneventano, da poco restaurato nonché sede della sezione di Italia Nostra, che da qualche anno ha come obiettivo principale una vera e propria rivoluzione culturale. L’obiettivo primo è quello di non trascurare più le numerose risorse che il territorio offre, recuperandole e rendendole interessanti per il pubblico, in modo da invertire il flusso delle ormai note tendenze di cui la Sicilia è vittima, come le fughe di cervelli e di talenti, le cattive amministrazioni di beni storici ed artistici e il dilagare del disinteresse da parte di giovani e cittadini.
Per far fronte a queste esigenze, Italia Nostra, in collaborazione con l’amministrazione comunale, ha iniziato un percorso di formazione per i più piccoli e per le scuole, con workshop e laboratori, ma ad un certo punto ci si è resi conto che questo non bastava e che bisognava dare una risposta forte al desiderio di rinnovamento della città. Si è così attivato un processo di collaborazione con la popolazione, che ha portato esperti ed artisti a confrontarsi con i cittadini e a studiare al meglio il territorio.
In questo modo ha avuto inizio quel percorso di rigenerazione, più che riqualificazione artistica e culturale, che sta alla base dell’iniziativa “Badia Lost and Found”. Un percorso artistico, da seguire passo dopo passo, attraverso le strade del quartiere Badia, dove i muri dei palazzi diventano le tele perfette per murales e dipinti, ognuno con il suo significato, come quello di Cecilia Agnes che ritrae il leone, legato al mito di Ercole e alla fondazione di Lentini, o quello di Gusino Giuseppe (uno dei pochi artisti non siciliani che hanno preso parte alla manifestazione), realizzato sulla superficie di un palazzo dell’800, che rappresenta un altro simbolo della città (gli agrumi) con l’antico motto “U beni veni ra terra!”.
Innovazione e tradizione diventano un unico, per rispetto al patrimonio siciliano e per lanciare un forte messaggio: guardare al futuro non significa necessariamente tagliare i ponti con il passato.
La Sicilia di oggi viene sorretta da giovani che nutrono forti speranze per ciò che la nostra terra ha in serbo per loro, giovani che non vogliono abbandonarla o che vogliono avere la possibilità di poterci tornare per gettare le basi di un avvenire diverso, più ricco, come ci dice lo stesso Giorgio Franco. Basti pensare ad una città come Lentini, contesa fra due colossi del turismo culturale come Catania e Siracusa, ma che al pari di esse vanta un patrimonio artistico di tutto rispetto (come quello lasciato dalla Scuola poetica Siciliana e dall’élite culturale al seguito della corte federiciana), che negli ultimi anni ha subito l’avanzare di un degrado sociale e culturale, dal quale ora vuole soltanto venir fuori.
“A conferma di tale spinta abbiamo, dalla nostra parte”, dice Franco, “le oltre 7.000 visite registrate a Palazzo Beneventano, nei due giorni della Notte Bianca di Lentini, e numerosi e sempre continui riscontri positivi da parte dei cittadini, dal più giovane al più anziano. Come è già successo a Favara con Farm Cultural Park, oggi a Lentini viviamo una svolta collettiva, che è solo l’inizio di un progetto più grande, il quale speriamo duri e si arricchisca nel tempo”.
Dopo il “debutto” con La Notte Bianca, abbiamo ancora molto da aspettarci da un progetto come questo, creato con e per la città, in collaborazione con le istituzioni e nel rispetto del territorio, portato avanti con l’appoggio e la partecipazione dei numerosi talenti dei quali la nostra regione è ricca. Non resta altro che andare a Lentini, scaricare la mappa del percorso e scoprire che c’è un promettente futuro per l’arte e la cultura in Sicilia.
Francesca Brancato
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