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SIRACUSA - È stato presentato oggi 25 giugno, in sede di conferenza stampa il cast al completo della commedia “Lisistrata” di Aristofane per la regia di Tullio Solenghi, in scena dal 28 giugno al 6 luglio 2019. Alla presenza del sindaco e presidente della Fondazione INDA Francesco Italia, del consigliere delegato Mariarita Sgarlata e del sovrintendente Antonio Calbi, il regista ed attore Tullio Solenghi, al suo debutto al Teatro Greco di Siracusa, insieme agli attori Massimo Lopez ed Elisabetta Pozzi, che vestirà i panni della protagonista, ha incontrato la stampa ed il pubblico oggi intervenuti raccontando la sua visione della “Lisistrata” di Aristofane e il lavoro di tutto il cast.
“Lisistrata” è l’unica commedia di Aristofane che porta il nome del protagonista, messa in scena per la prima volta nel 411 a.C. al tempo della disfatta della città di Siracusa e della prossima distruzione di Atene, è caratterizzata da un linguaggio moderno, che insieme al forte messaggio che la commedia vuole trasmettere diventano oggi quanto mai attuali. “Lisistrata”, infatti, si inserisce perfettamente all’interno del filone tematico scelto per la Stagione 2019 dalla Fondazione: donne e guerra. La commedia, oltre a chiudere il ciclo delle rappresentazioni classiche, chiude il loro cerchio narrativo con una voce nuova, rivoluzionaria, di donna, quella della Lisistrata/Pozzi che diventa simbolo dell’antimilitarismo più convinto e della rivalsa delle donne sui dogmi imposti dall’establishment degli uomini. Non una semplice voce fuori dal coro, quindi, ma un eco di speranza «che sovverte la realtà vigente in una sorta di salutare universo capovolto, dove comandano le donne e le guerre sono finalmente concluse» - afferma Solenghi.
«La storia di Lisistrata - continua il regista - è una delle più note del teatro classico: quella delle donne che, pur di far cessare tutti i conflitti, negano l’intimità ai mariti. Ma non si tratta solo di questo. Nella commedia il messaggio che passa è molto più profondo ed io ho cercato di farlo risaltare attraverso i tempi comici e il contributo di colleghi attori, scenografi, coreografi e musiche di persone con le quali lavoro da anni, e con le quali ho sviluppato una forte sintonia, che è uno dei punti di forza di questa commedia. Abbiamo creato, in sole tre settimane, una sorta di compagnia a sé, il cui lavoro spero vi piacerà».
A chiudere la mattinata di oggi i commenti di Elisabetta Pozzi e Massimo Lopez. La prima ha affermato che «L’esperienza al Teatro Greco di Siracusa cambia la vita di un attore e dopo il mio debutto qui, nel 2010, è davvero un onore tornare su un palcoscenico così importante, insieme ad un amico come Tullio, che ringrazio per avermi voluta nella sua “Lisistrata” - e ancora - Questo personaggio può dirsi davvero la prima vera eroina dell’emancipazione femminile, una vera rivoluzionaria»; il secondo, grande amico e volto, insieme a Solenghi e ad Anna Marcheisni del “mitico” Trio, con la sua nota ironia, ha espresso la gioia nell’essere a Siracusa e nel poter dirsi partecipe di una messa in scena unica, come quella che debutterà questo venerdì al Teatro Greco.
Nel cast, oltre al Solenghi/Cinesia, Federica Carrubba Toscano, Giovanna Di Rauso, Viola Marietti, Vittorio Viviani, Totò Onnis, Mimmo Mancini, Tiziana Schiavarelli, Simonetta Cartia, silvia Salvatori, Federico Vanni, Margherita Carducci, Elisabetta Neri, Roberto Alinghieri, Giuliano Chiarello, Gabriele Manfredi, Roberto Mulia, Franco Mirabella, Riccardo Livermore e Andrea Di Falco. «Un cast nutrito - afferma il regista - che simboleggerà la multietnicità di cui parla l’autore attraverso la moltitudine dialettale dell’Italia del Centro-Sud, che poi era anche la Magna Grecia, quindi credo sia una scelta quanto mai giusta». In scena vedremo anche gli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico, provenienti sia dalla Sezione Giusto Monaco sia da quella Fernando Balestra. A chiudere questo imponente cast le musiche di Marcello Cotugno, le scene e i costumi di Andrea Viotti, le coreografie di Paola Maffioletti e il testo con traduzione di Giulio Guidorizzi.
Francesca Brancato
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