Oltre a varie tracce di distruzione di guerra sparse qua e là nel territorio, a Siracusa, come in tutta la Sicilia, oltre ai cimiteri “inglesi†che sono rimasti sul nostro territorio, vi sono altre tracce degli angloamericani sbarcati nel 1943. Tracce, per così dire, meno guerresche e meno distruttive. Parliamo in un night club che rimane abbastanza misterioso e che si trova a sud di Siracusa, nelle campagne che videro le truppe angloamericane risalire la Sicilia nell’estate del 1943. Al seguito dei 150 mila soldati delle truppe angloamericane che sbarcarono in Sicilia nel luglio del 1943 non c’era solo il mitico fotografo di guerra Robert Capa, ma anche un misterioso scenografo di Hollywood.
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E mentre Capa ha documentato scene, ormai passate alla storia, dello sbarco e delle azioni di guerra, questo sconosciuto scenografo ha portato in Sicilia immagini del cinema americano della prima metà del secolo scorso. Lo ha fatto affrescando con queste immagini le pereti di una masseria di fine '800 che si trova nei pressi di Siracusa, alle porte della città  e sul percorso fatto dalle truppe Alleate, risalendo dalle coste dello sbarco nel sud-est dell'Isola. Ha lasciato queste tracce, ancora visibili perché per decenni la masseria è rimasta chiusa e abbandonata. Una masseria probabilmente utilizzata per giorni come quartier generale o rifugio da parte di una compagnia di militari e dove, oltre ai graffiti lasciati dal misterioso soldato-scenografo, i militari hanno lasciato una targa in metallo con su scritto “Out of boundsâ€, frase lasciata nei mille luoghi del percorso di guerra degli alleati nella Seconda Guerra Mondiale e che significa sostanzialmente “zona pericolosa e non protetta dalla polizia militareâ€.
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A guardare quei graffiti, anche a quasi ottanta anni da quegli eventi, anche grazie alle suggestioni dei graffiti che raffigurano immagini che ci riportano ai cinema hollywoodiano (i balletti di Ginger Rogers e Fred Astaire, o “Mondo cane“ di Charlie Chaplin,1918) non si ha l’impressione che quei locali della masseria ottocentesca siano stati utilizzati solo come dormitorio o rifugio dei soldati. L’atmosfera avrebbe potuto essere anche quella di un luogo di divertimenti, un night trasportato dagli USA sui luoghi di battaglia da un giovane nostalgico del jazz e dello swing. Magari, chissà , con presenze femminili in carne ed ossa, oltre le ballerine raffigurate sulle pareti. Per quanto ci risulta la presenza di questo luogo suggestivo non è molto nota. Ci è stata segnalata dal noto geologo ed ambientalista siracusano Prof. Pippo Ansaldi, instancabile camminatore ed escursionista esperto riconosciuto.
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«Più volte, nel corso delle mie abituali passeggiate – ci dice Ansaldi – avevo incrociato quel fabbricato. Un giorno di novembre del 2010, attraversando l'agrumeto che lo circonda, decisi di avvicinarmi di più per osservarlo da vicino. Le porte erano tutte ben serrate ed era quindi impossibile accedervi. Ma in una di queste era praticato in basso a sinistra un foro circolare, sicuramente per consentire l'accesso a qualche animale domestico. Introdussi la macchina fotografica e scattai delle foto. Con stupore notai che le immagini impresse riproducevano pareti affrescate con ambientazioni di evidente contesto cinematografico corredate da scritte in lingua inglese». Ansaldi interruppe per qualche anno la sua curiosità ma l’anno scorso è tornato sui luoghi: «Questa volta – ci dice – trovai quasi tutte le porte divelte e in parte asportate, e quasi tutti i materiali deposti sia nelle abitazioni contadine che nella stessa masseria trafugati. Entrai in una sala della masseria. La sorpresa fu più grande della volta precedente perché osservai da vicino le pareti erano affrescate con disegni riproducenti scene di danze, di film, di cabaret. Sulla parete frontale una corda tesa dalla quale pendevano in buon ordine tele di iuta probabilmente lasciati sul posto dalle truppe alleate. Verosimilmente quella sala veniva utilizzata nei momenti di pausa serale per feste da ballo. La circostanza mi fu casualmente confermata da un pastore piuttosto avanti negli anni e avvezzo alla frequentazione, da tempi remoti, di quei luoghi».
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Pippo Ansaldi ci fa un commento che condividiamo: «Lo sbarco in Sicilia impegnò oltre 150.000 militari. Nulla sappiamo di essi, da dove provenivano, quale professione esercitassero, quali speranze coltivassero. Dei comandanti sì, la storia ci ha tramandato quasi tutto, come avviene, da sempre, nelle cronache belliche. Dei subordinati nulla, come avviene da sempre, neanche di coloro che non tornarono in patria e dei quali una croce anonima nel locale cimitero inglese ricorda il tragico transito. A desso, almeno, di uno di essi sappiamo qualcosa, che fosse in qualche modo legato all’ambiente del cinema, più probabilmente alla scenografia e che avesse, per qualche frammento di tempo, voluto a suo modo rivivere la sua passione o più semplicemente ingentilire la sua temporanea intrusione in un mondo che non gli apparteneva».
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