Il reperto è stato rinvenuto nei fondali delle acque agrigentine, a circa 300 metri dalla costa di Maddalusa, luogo di passaggio di importanti rotte mercantili.
Il mare di Agrigento ha restituito un prezioso cannone del tardo Cinquecento. A portarlo alla luce la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana che, nei giorni scorsi, ha avviato la ricerca portando in superficie lo storico reperto: un cannone di epoca storica, rinvenuto dal sub Gianluca Lopez, per il quale la Soprintendenza del Mare ha coinvolto la Capitaneria di Porto Empedocle.
Il sito di Maddalusa, già noto per aver restituito nel 2007 un altro cannone del tardo XVI secolo, ha costituito sin dall’antichità un luogo di passaggio di importanti rotte mercantili, come testimoniano i numerosi ritrovamenti documentati sino ad oggi. Il recente ritrovamento si trovava ad una distanza di circa 300 metri dalla costa, in corrispondenza della foce del fiume Akragas ad una profondità di 7 metri, semi-sommerso in un fondale limaccioso. Il cannone, che è stato recuperato dal nucleo subacqueo della Soprintendenza del Mare e dal Roan della Guardia di finanza di Palermo, con il supporto tecnico logistico e operativo della Lega Navale di Agrigento, è stato sollevato con l’ausilio di palloni e poi salpato con una gru alla presenza della soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni, che ha evidenziato come il reperto costituisca un’importante testimonianza per la sua tipologia. «Proseguiamo – evidenzia la soprintendente – nel solco tracciato da Sebastiano Tusa in un momento difficile in cui tutto viene fatto con spirito di sacrificio e con il prezioso supporto delle forze dell’ordine».
Ad una prima ispezione, il cannone si conferma simile a quello recuperato tempo addietro, rendendo verosimile l’ipotesi della dispersione in quel tratto di mare di un carico di artiglieria destinato alla vendita. Il reperto è stato trasferito nei locali del laboratorio di restauro del Parco archeologico della Valle dei Templi dove, affidato al direttore Roberto Sciarratta, verrà sottoposto ad intervento di restauro. Come previsto in tutti gli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio subacqueo, il secondo cannone di Maddalusa, dopo i dovuti restauri, rimarrà in esposizione nel territorio di ritrovamento, dove sarà reso fruibile alla cittadinanza.
«Mentre il mondo della cultura subisce le conseguenze delle restrizioni e degli stop dovuti all’emergenza covid – sottolinea l’assessore dei Beni Cuturali, Alberto Samonà – il mare siciliano continua a ricordarci l’etica della ricerca e della memoria. Viviamo in un’isola ricca di preziose testimonianze che a mare, come in terraferma, ci ricordano che la Sicilia sin dai tempi più lontani è stata crocevia di rotte culturali e commerciali, rendendo la nostra isola un unicum a livello mondiale. Continua il grande lavoro della Soprintendenza del mare per portare alla luce il nostro straordinario patrimonio sommerso».
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