“In festa per Gesualdo”: questo il nome dell’evento con cui ieri, 8 ottobre 2020, Comiso (RG) ha celebrato il “suo” scrittore Gesualdo Bufalino (Comiso 1920 - Vittoria 1996), nell’anno in cui ricorre il centenario della sua nascita. Un viaggio letterario ed esistenziale, condotto attraverso i racconti di colleghi e amici dell’autore, durante il quale è stato presentato il libro Favola del castello senza tempo, già edito in passato e ripubblicato adesso per i tipi di Bompiani, in un’elegante edizione illustrata. Una “festa doppia” per il comune di Ragusa, che ha salutato così l’11° edizione di “A tutto volume”, la manifestazione letteraria che avrà luogo nel cuore del suo centro storico e a Ragusa Ibla, da oggi venerdì 9 fino a domenica 11 ottobre 2020.
Dopo lo scoramento della scorsa primavera, che aveva visto la cancellazione del Festival a causa della pandemia, scrittori e lettori sono finalmente tornati a incontrarsi in un luogo che più di ogni altro custodisce l’opera ‒ e dunque l’anima ‒ dello scrittore comisano: la Fondazione Gesualdo Bufalino, che egli frequentava quotidianamente e che oggi conserva i circa 10.000 (diecimila) volumi della sua biblioteca privata, nonché la collezione di tutte le edizioni italiane e straniere delle sue opere.
«Bufalino è stato uno degli scrittori più necessari del Novecento, un interprete ardito e trepido dell’ineffabile musica del vivere»: con queste parole il professore Nunzio Zago, direttore scientifico della Fondazione, ha dato inizio alla commemorazione, accompagnato dal direttore artistico del Festival, Alessandro Di Salvo e dal Presidente della Fondazione, Giuseppe Digiacomo.
Dopo i saluti delle amministrazioni locali, la parola è passata alla scrittrice Nadia Terranova, a cui si deve la riscoperta del libro (edito per la prima volta nel 1998 da Cartedit) e la prefazione della nuova edizione, corredata dalle illustrazioni di Lucia Scuderi, presente anch’ella all’evento, insieme alla direttrice editoriale di Bompiani, Beatrice Masini. Queste, insieme, hanno ripercorso le fasi di creazione del libro ‒ una favola dalle atmosfere gotiche, a cui si ispirano i bozzetti della mostra allestita presso la Fondazione ‒ e riflettuto sulla modernità delle opere di Bufalino che, in quanto classici, necessitano di “manutenzione” per essere fruiti dai lettori moderni e trovano nelle arti visive uno strumento per esprimere sempre nuovi significati.
Presenti anche gli scrittori Roberto Alajmo e Fabio Stassi (quest’ultimo in diretta streaming) i quali, rievocando preziosi aneddoti personali, hanno messo in luce le molteplici sfaccettature dell’animo “bufaliniano”. Scrittore barocco e visionario, aforista, poeta, romanziere, traduttore: nella sua opera converge un universo sterminato di immagini e parole su cui domina però un solo luogo, quello da cui a malincuore ‒ e raramente ‒ egli si allontanava: Comiso. Qui Bufalino trascorse la maggior parte della sua vita, conciliando l’attività di insegnante con un’instancabile e raffinata attività letteraria, di cui il mondo editoriale si accorse quasi per caso ‒ Elvira Sellerio e Leonardo Sciascia furono colpiti da un suo testo pervenuto in redazione come introduzione ad alcune foto d’epoca ‒ e solo quando egli era già in età piuttosto avanzata (aveva 61 anni nel momento in cui uscì il suo primo romanzo, Diceria dell’untore, vincitore del Premio Campiello nello stesso anno).
«Dietro ogni cosa che toccava c’era un racconto. Perfino io che sono stata a Comiso molto tardi rispetto alla lettura di Bufalino ‒ ha raccontato Nadia Terranova ‒ ci sono arrivata guidata dalla lettura dei suoi libri. Non riesco più a pensare che possa esistere una Comiso che non sia stata, in un certo senso, da lui inventata. Ho la sensazione che ci sia stata la creazione di un luogo che poi è entrato nell’immaginario anche per chi lo sfiora soltanto in maniera satellitare».
In un anno che anche il mondo della letteratura ricorderà come uno dei più difficili, il Comune di Comiso ‒ e più in generale la provincia di Ragusa ‒ ha potuto festeggiare degnamente la ricorrenza (in attesa dei prossimi eventi previsti per novembre, mese di nascita dello scrittore) e inaugurare nel migliore dei modi la nuova edizione di “A Tutto Volume”. Un’edizione che sarà inevitabilmente diversa dalle altre ‒ per la prima volta, infatti, si è resa necessaria la prenotazione dei posti, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza ‒ ma con un calendario di eventi altrettanto ricco, curato dai direttori guest Antonio Pascale, Massimo Cirri e Federico Taddia. Tra i molti intellettuali che interverranno, anche il giornalista Giovanni Floris in apertura della manifestazione con la presentazione del suo libro, L’alleanza (Solferino), e lo scrittore Gianrico Carofiglio, che chiuderà l’evento con la sua ultima fatica letteraria, Della gentilezza e del coraggio (Feltrinelli).
Il Festival è organizzato dalla Fondazione degli Archi, con il sostegno del Comune di Ragusa, del Libero Consorzio di Ragusa, della Regione Siciliana, dell’Ars, della Camera di Commercio del Sud Est e dell’Asp di Ragusa, con il patrocino dell’Università di Catania e di Confcommercio di Ragusa.
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