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Da questa sera fino al 2 luglio, dalle 20.30 alle 23.30, sarà possibile a titolo gratuito, ammirare le Latomie del Paradiso (oltre ai consueti orari di apertura, ossia dalle 8.30 alle 19.30). Una splendida occasione per i siracusani e per i numerosi turisti che in questi caldi mesi estivi affollano la nostra città; un’opportunità per conoscere quella che inizialmente fu una grande cava di pietra, la più orientale tra quelle che delimitavano l’antico impianto urbanistico verso nord, in passato soprattutto coperta e sotterranea, mentre oggi a cielo aperto, per il tempo e i numerosi terremoti del passato che hanno provocato il crollo del tetto.
Particolarità di questo luogo pieno di verde è il cosiddetto “Orecchio di Dionisio”, grotta artificiale dagli straordinari effetti acustici, lunga 65 m. e alta 23, con un andamento a S e che è stata ottenuta scavando un acquedotto. Perché sono così sorprendenti gli effetti acustici? Anche il minimo suono crea un rimbombo all’interno ed è più volteripetuto e ingigantito. Si tramanda che fu il tiranno Dionisio a creare tale luogo magico, utilizzato per rinchiudere gli avversari politici e gli oppositori, e per ascoltare perfettamente, non visto, i loro dialoghi e ragionamenti. Fu il pittore Michelangelo Merisi, più noto come Caravaggio, a dare tale nome alla latomia, proprio per la curiosa forma ad orecchio d'asino, dopo averla visitata nel 1608. O c’è chi considerava pure a un’altra versione…
“In una, la Latomia del Paradiso, si osserva, in fondo ad una grotta, una strana apertura, chiamata l’orecchio di Dionisio, il quale veniva ad ascoltare vicino a questo buco, così almeno dicono, i lamenti delle proprie vittime. Circolano pure altre versioni. Alcuni eruditi pretendono che la grotta, messa in comunicazione col teatro, servisse da sala sotterranea per le rappresentazioni cui prestava l’eco della sua prodigiosa sonorità; i minimi rumori, infatti, vi assumono una sorprendente risonanza”. (Guy De Maupassant, Viaggio in Sicilia)
Inoltre all’interno delle Latomie del Paradiso si trova la Grotta dei Cordari, in cui si possono vedere grandi blocchi ben squadrati che pendono dal soffitto come enormi stalattiti, e che per secoli, per la presenza d’acqua e la propria lunghezza, era il luogoutilizzato dai fabbricanti di corde (i cordari appunto). Oggi una parte di essa è chiusa al pubblico, a causa del pericolo di crollo di massi dalla volta.
Alessandra Leone