Per combattere la mafia bisogna levare i soldi ai mafiosi. Con i soldi e i beni confiscati tolti alla mafia si possono dare case a chi ha bisogno, spazi alle attività sociali, lavoro dignitoso a chi non ne ha.
Queste le parole presenti all'interno del comunicato stampa di I Siciliani giovani e Arci, che presenta il progetto "Le scarpe dell'Anti-mafia".
Obiettivo della campagna? Fare una legge, sul modello di quella portata avanti da Pio La Torre ma più avanzata, per rendere davvero operativa la gestione dei beni confiscati e soprattutto per gestire, in modo rapido e diffuso, i miliardi di euro confiscati ai mafiosi, che possono risolvere il dramma economico e generazionale che sta colpendo profondamente non solo la Sicilia, ma l'Italia tutta.
Per questo le sue associazioni hanno deciso di intraprendere un cammino assai lungo, iniziato nel marzo 1983 con le prime proposte di gestione popolare dei beni mafiosi, intensificato negli ultimi anni con una serie di iniziative e di inchieste in tutta la Sicilia, discusso il 4-5 gennaio scorsi con i principali esponenti dell’antimafia italiana e adesso pronto a trasformarsi in un’iniziativa politica.
Dall’unione della più solida esperienza della società civile e della più antica storia di antimafia sociale è nato un lavoro di mappatura, inchiesta e riuso sociale dei beni confiscati alla mafia, condiviso anche con gruppi come Asaec e Aiab e con vari coraggiosi giornalisti e attivisti. Adesso queste realtà chiedono a tutte e tutti coloro che se la sentono di dare una mano e mettersi in cammino. Per dove direte voi? In giro per la Sicilia. Toccando i territori più significativi e attraversando decine di beni confiscati alla mafia. Dandosi appuntamento in assemblee, entrando nei beni abbandonati, scavalcando i mafiosi che ancora occupano le vecchie proprietà, raccontando le storie di come si riutilizzano i beni confiscati destinati a scopi sociali.
Questo perché in Sicilia, ancora oggi, ci sono 15790 beni confiscati alla mafia, per non parlare delle centinaia e centinaia di milioni di euro confiscati ai clan. Eppure per i servizi sociali, per le politiche abitative, per i giovani senza lavoro vengono sempre a mancare spazi e soldi disponibili. L’utilizzo dei beni e dei soldi tolti alla mafia può risollevare le sorti del nostro territorio, di migliaia di giovani costretti a scappare lontano o ad abbandonare i loro sogni. Oggi, purtroppo, quasi il 90% dei beni confiscati è abbandonato, distrutto, saccheggiato o addirittura ancora occupato dai vecchi boss. I soldi confiscati ai mafiosi vengono versati nel Fondo Unico Giustizia, dispersi nelle spese generali. Per riutilizzare i beni non restano neanche le briciole.
Allacciamoci gli scarponi.
L'iniziativa partirà oggi dal Giardino di Scidà - Bene confiscato alla mafia. Tutti gli appuntamenti della carovana saranno consultabili sul sito www.isiciliani.it/lescarpedellantimafia .
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