“Pensavo fosse amore…Non un materasso”, la commedia brillante in due atti che, scritta e diretta da Deila Caruso, è stata portata in scena al Cine-Teatro “Aurora” dalla Compagnia teatrale “Sesto senso”, è un esilarante affresco sul matrimonio che, tra parenti e tradimenti, si tramuta spesso in pandemonio. La scena si svolge all’interno di una casa di Milano, tra un tavolo di legno senza pretese e un divano. Il separé è parte integrante dell’arredo, nessun duomo vi è stampato, lo sciabordio del mare, evocativo della Sicilia, è tanto sospirato. La protagonista, Lorenza (attrice Daniela Iaia) infatti, è una nostra concittadina che, sposata a un meneghino, ha il cuore a pezzi e dice basta a capo chino. Ci sarebbe certo anche il materasso, portato subito via, perché è lì – luogo del delitto – che ci fu lo spasso. Il marito, Roberto (l’attore, Salvo Campisi) l’ha tradita con la sua migliore amica, che, colta alla sprovvista, è scappata immediatamente, sperando di non essere vista. Lui, invece, indossa già i pantaloni, alla camicia mancano gli ultimi bottoni. Lei inveisce contro il marito, voglio il divorzio, sei tutto tua madre, che non ebbe quattro mariti soltanto, ma anche diversi amanti.
Lui tergiversa, assai sfacciato, vuole ridimensionare l’accaduto, e beh, molto facile, visto che non è lui il cornuto. Pur di difendersi attacca, dunque, l’onorabilità della suocera, una donna onesta, sposata da cinquanta anni, nessuno può parlarne male, testimoni la Madonna e tutti i santi.
L’entrata in scena della bambina, Agnese(attrice Agnese Abbadessa) che, zaino in spalle, vuole essere accompagnata a scuola, inchioda il padre alle sue responsabilità – della scuola, della danza, dei compiti e perfino della ninna nanna se ne è occupata sempre la moglie – nessuno può negarlo, la verità lo sconvolge. Il palco, dunque, diviene una galleria di personaggi, Dio mio, Dio mio, sembrano tutti pazzi. E la lingua, dialetti napoletano, milanese, siciliano, un vero parapiglia. Lo psicologo è molto distratto, si addormenta pure, ogni tanto uno scatto. Il medico nuda la vuole visitare e non su un lettino d’ospedale. L’elettricista, arrivato per riparare il guasto, ha il fiato corto, sette piani a piedi, valica l’uscio gattonando. La postina all’atto della consegna delle diffide si fa gioco di lui, è un gran traditore, lo sfida. Un’ex compagna di scuola fa delle avance a Roberto, ma lui resiste non vuole commettere un’altra defaillance. E il tizio che corteggia la suocera, non appena scoperto che i suoi quattro precedenti mariti sotto stati tutti seppelliti, fa i debiti scongiuri, formula magica e corno rosso, non mi tocchi questa sfortuna, la riduco all’osso. Il finale della commedia è lieto, la rappacificazione è un atto concreto. Gli interpreti, oltre quelli citati, sono stati: Enza Aliano, Ioli Toscano, Corrado Perricone, Maurizio D’Aluisio, Gianni Guadagni, Lucia Rendini, Paolo Costa, Giuseppe Motta, Vincenth Malato, Remigia Abela, Rosa Sciacca, Emma Amodeo. Ha presentato Stefano Ermellino; gli assistenti di palco sono stati Enza Aliano, Martina Quadarella; alla fotografia Alessia Tartaglia; riprese video Giuseppe Motta; alle luci e all’audio, Francesco Runa.
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