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Uno spettacolo che ha riscosso successo in tutti i teatri, siciliani e non solo. Dopo la messa in scena presso i Viagrande Studios lo scorso novembre, “INVASIONI” torna a Catania per incantare il pubblico siciliano, dal 6 al 18 febbraio prossimi al Teatro Stabile.
Monica Felloni dopo i recenti successi di “Magnificat” e “Ciatu” ha plasmato un altro spettacolo emozionante, dove ogni dettaglio è prezioso e necessario. Uno scambio reale con gli spettatori, che diventano parte integrante della stessa rappresentazione, come se palco e spalti fossero una cosa sola. Il piacere dell’incontro, della conoscenza, della condivisione, dell’invasione, in un teatro dove le convenzioni e i ruoli non esistono.
La performance è un omaggio a Mustafa Sabbagh, considerato uno dei cento più influenti fotografi al mondo e uno dei quaranta ritrattisti di nudo (unico fra gli italiani) più rilevanti su scala internazionale, il quale da tempo collabora con l’associazione Neòn, promuovendo la ricerca di nuovi linguaggi espressivi d’avanguardia. La scelta di dedicare lo spettacolo al grande fotografo non è stata casuale, così come ha affermato Piero Ristagno, direttore artistico di Neon Teatro. Infatti, le invasioni raccontate parlano di comunicazione, fatta di corpi in movimento, che parlano tra loro e con il pubblico, evocando immagini e sensazioni, le stesse che si vedono nei lavori di Sabbagh.
Lo spettacolo è strutturato come una composizione letteraria in cinque capitoli, con testi di William Shakespeare, Walt Whitman, Piero Ristagno, Danilo Ferrari, Stefania Licciardello e Federico Ristagno, messi insieme dalla regista per raccontare che i confini e i limiti sono fatti per essere superati e che bisogna vivere come si può, senza convenzioni e senza chiusure.
In scena i corpi sono amalgamati, danzano, cantano, recitano, invadono lo spazio e si invadono a vicenda. Grandi protagoniste saranno anche le immagini di Sabbagh, a completare e confermare la collaborazione e la commistione delle due arti sul palcoscenico.
Quella di “INVASIONI” è una produzione dal fortissimo impatto artistico ed emotivo, che si pone come fine quello di trasformare la diversità in normalità e dove ogni attore, a modo suo, esprimerà l’universo che ognuno di noi racchiude entro di sé.
Felloni e Sabbagh sullo spettacolo hanno detto: «Nulla sarà distante, nulla sarà lontano. Invadiamoci, invadeteci!».
Francesca Brancato
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