INTERVISTA
« Io quand'ero questore scoprii la sua tomba [di Archimede], sconosciuta ai Siracusani, cinta con una siepe da ogni lato e vestita da rovi e spineti, sebbene negassero completamente che esistesse. Tenevo, infatti, alcuni piccoli senari, che avevo sentito essere scritti nel suo sepolcro, i quali dichiaravano che alla sommità del sepolcro era posta una sfera con un cilindro. Io, poi, osservando con gl'occhi tutte le cose - c'è, infatti, alle porte Agrigentine una grande abbondanza di sepolcri - volsi l'attenzione ad una colonnetta non molto sporgente in fuori da dei cespugli, sulla quale c'era sopra la figura di una sfera e di un cilindro. E allora dissi subito ai Siracusani - c'erano ora dei principi con me - che io ero testimone di quella stessa cosa che stavo cercando. Mandati dentro con falci, molti ripulirono e aprirono il luogo. Per il quale, dopo che era stato aperto l'accesso, arrivammo alla base posta di fronte. Appariva un epigramma sulle parti posteriori corrose, di brevi righe, quasi dimezzato. Così la nobilissima cittadinanza della Grecia, una volta veramente molto dotta, avrebbe ignorato il monumento del suo unico cittadino acutissimo, se non lo fosse venuto a sapere da un uomo di Arpino».
Così scriveva Cicerone riguardo alla tomba di Archimede, grande matematico, fisico e inventore originario della città aretusea, i cui contributi spaziano dalla geometria all'idrostatica, dall'ottica alla meccanica. Poco si sa sulla sua vita, ricordata attraverso numerosi aneddoti, talvolta di origine incerta, che hanno contribuito a costruire la figura dello scienziato nella mente collettiva. Celebre l’esclamazione hèureka! (εὕρηκα! - ho trovato!), a lui attribuita dopo la scoperta del principio che porta il suo nome. Paradossalmente, nonostante l’enorme importanza, non sono stati molti gli studi fatti a riguardo: pochi i dati certi sulla sua vita. Tutte le fonti concordano sul fatto che fosse siracusano e che sia stato ucciso durante il sacco romano di Siracusa del 212 a.C; secondo Diodoro Siculo ha soggiornato in Egitto e ad Alessandria d'Egitto, stringendo amicizia con il matematico e astronomo Conone. Di certo Archimede fu in contatto con Conone (si evince dal rimpianto per la sua morte presente in alcune sue opere), ma non si sa se effettivamente andò ad Alessandria o semplicemente si mise in contatto con gli eruditi di quella scuola, ai quali inviò alcuni dei propri scritti. Tra tutti questi punti interrogativi e dubbi sull’affascinante figura di Archimede, appare fondamentale il video-libro “Io Archimede” (libro con dvd), edito da Lombardi Editore e Cinecittà 3, il cui autore e regista è il giornalista, regista, autore e sceneggiatore siracusano (ormai da 30 anni romano) Vittorio Muscia e il cui produttore esecutivo e coautore è Giuseppina Mirabella. Il documentario, realizzato con il contributo della Regione Siciliana, disponibile sia in versione italiana sia inglese e che ha ottenuto dal Ministero dei Beni Culturali il riconoscimento di “Opera di Interesse Culturale Nazionale”, viene presentato in anteprima nazionale giovedì 20 aprile alle ore 13.30 al Salone del Libro di Milano, "Tempo di Libri”, nella sala Calibri, Padiglione 2.
È lo stesso Archimede, voce narrante del documentario, interpretato dal doppiatore e attore Rodolfo Bianchi, a raccontare di sé e del Palinsesto, libro in pergamena realizzato, secondo gli studiosi, a Costantinopoli intorno al X secolo, e che riporta tre fondamentali trattati di Archimede: “Il Metodo”, “Lo Stomachion” e “Sui Corpi Galleggianti”. Una curiosa e incredibile storia quella del Palinsesto, di cui per secoli si sono perse le tracce, sepolto in varie biblioteche e conventi del Medio Oriente, per riapparire più volte nel corso di un lunghissimo arco di tempo. Come si era soliti fare nel Medioevo, a Costantinopoli, intorno al 1200, il testo fu cancellato (ma non raschiato) per essere riutilizzato da un monaco, il quale trascrisse sopra delle preghiere greco-ortodosse. Soltanto agli inizi del secolo scorso un filologo danese si accorse, dagli interstizi delle pagine in cui vi erano delle formule matematiche, che si trattava di un testo scientifico, forse proprio di Archimede, lanciando così un primo allarme. Il libro, naturalmente, destò l’interesse degli studiosi. Purtroppo, però, con lo scoppio della prima guerra mondiale e la caduta dell’impero ottomano, si perse nuovamente ogni traccia del libro; alla fine degli anni ’30 ecco che riapparve, ma venne nascosto da un partigiano in una cantina. Di nuovo irrintracciabile… Solo nel 1998 il Palinsesto si mostrò nuovamente e fu acquistato da Christie’s a New York per oltre due milioni di dollari da un anonimo collezionista privato. Infine, dopo la vendita all’asta, il Palinsesto è stato affidato al Walters Art Museum di Baltimora, per un restauro e uno studio durato quasi 14 anni, condotto da un team di esperti guidato dal prof. William Noel.
Le riprese di “Io Archimede” si sono svolte a New York, Baltimora, Ginevra, Bucarest, Londra, Oxford, Firenze e Siracusa. Lo sguardo del più importante matematico e inventore dell’antichità pone attenzione sulla sua città natale, fondata 2750 anni fa, divagando con la memoria e tornando a luoghi e momenti legati alla sua storia. Il libro, con la prefazione del Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Siracusa Rosalba Panvini, dà (giustamente) spazio anche al team che ha restaurato e studiato il prezioso codice in pergamena: dal professor William Noel, oggi Direttore del Kislak Center e Schoenberg Institute dell’University of Pennsylvania Libraries, ad Abigail Quandt, del Walters Art Museum; da Roger Easton, del Carlson Center for Imaging Science del Rochester Institute of Technology, a Bill Christens-Barry, della Equipoise Imaging LLC, e Michael B. Toth, presidente della R.B. Toth Associates.Nel documentario, come ci ha detto Vittorio Muscia,“si è voluto sottolineare la modernità del matematico e scienziato, sul quale si è fatto ben poco finora. Mi ricordo quanto mi affascinava la statua di Archimede, realizzata da Giuseppe Villa e posta al liceo scientifico Corbino, che ho frequentato a Siracusa. Sono davvero contento di questo lavoro svolto, apprezzato già da molti: considerate che già l’università di Atene vuole fare la presentazione e la traduzione in greco; il museo Galileo Galilei di Firenze e il Museo della Scienza e Tecnica di Trento stanno organizzando un percorso archimedeo. Spero tra maggio e giugno che riusciamo a promuoverlo tramite Google Play e fare la giusta promozione. Intanto sta riscuotendo un enorme successo il trailer posto sulla nostra pagina facebook. Nel realizzare questo documentario, però- continua Muscia- ho potuto constatare che la figura del più grande matematico dell’antichità è molto più stimata all’estero che in Italia. Basti pensare che il congresso degli Stati Uniti ha stabilito che il 14 marzo è la festa del Pi greco. Inoltre, ben più di trenta città nel mondo hanno il nome di Eureka. Sembrerà strano, ma ancora oggi in Italia non tutti sanno che Archimede era di Siracusa. Spero con tutto il cuore che questo videolibro possa dare il suo piccolo contributo nel divulgare il genio di Archimede, le sue grandi scoperte ma, soprattutto, le sue radici siracusane”. Domanda: è allora vero che “Nessun profeta è bene accetto in patria”? A voi, cari lettori, la risposta.
Alessandra Leone
Alleghiamo all'articolo il link del trailer ufficiale di "Io Archimede-Il codice perduto".