Dopo alcune voci dalla Regione siciliana, che aveva pensato di avviare la stagione balneare 2021 già a partire dal primo maggio, sono arrivate le pressioni di molti sindaci siciliani, i quali temevano l'assedio alle spiagge con conseguenti peggioramenti della situazione sanitaria. A quel punto il governatore regionale Musumeci ha firmato un'ordinanza che prevede l'avvio della stagione balneare in Sicilia a partire da domenica 16 maggio. Una data che potrebbe segnare la fine della zona arancione e dare il benvenuto non solo alla tanto agognata zona gialla, ma soprattutto alla stagione estiva.
Purtroppo però non vi è alcuna certezza che la zona arancione e le conseguenti restrizioni attualmente in vigore in Sicilia non vengano prolungate a causa dell'andamento dei contagi, sebbene sia probabile il passaggio di fascia, a giudicare dalla curva dei contagi, ad oggi in discesa.
I dubbi sulla ripartenza, però, non lasciano nenanche la mente dei gestori dei lidi e delle stazioni balneari siciliane. Infatti, sebbene da domenica 16 maggio possano riaprire, solo in pochi lo faranno: solo il 20% si sta adoperando per aprire a brevissimo gli stabilimenti in vista dell’avvio di quella che si sperava fosse la stagione della riscossa, ma che si preannuncia come una stagione ricca di dubbi ed incertezze. È questo il dato preoccupante che emerge da una indagine effettuata da CNA Balneari Sicilia. Su un campione di 150 operatori, censiti dalla Confederazione, il rapporto è quasi tranciante: quattro su cinque dichiarano di voler avviare l’attività non prima di giugno. Il risultato sottolinea, purtroppo, il clima di incertezza che vive il comparto e tutto questo lascia l’amaro in bocca per alcune decisioni assunte a livello nazionale, che hanno bloccato la programmazione specie nella scelta di prevedere il coprifuoco alle ore 22.00 fino a fine luglio, un aspetto questo che ha messo l'Italia all'ultimo posto tra le mete scelte per le vacanze 2021.
A questo si unisce il dato prospettico di riduzione dell’offerta di postazioni legata al distanziamento necessario. La metà degli operatori rileva una riduzione di postazioni superiore al 30%, mentre gli altri dichiarano riduzioni di ombrelloni tra il 10% ed il 20% e solo un operatore su 10 non lamenta riduzioni. Quasi tutti gli operatori sono titolari di stabilimenti con area ristoro e 2 su 3 offrono il servizio di ristorazione. Solo 1 operatore su 3 svolge l’attività d’impresa sotto forma di ditta individuale, mentre la maggioranza sotto forma societaria.
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Di seguito un grafico che spiega la situazione in Sicilia, provincia per provincia: