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AGRIGENTO - Uno spazio dove è possibile rivivere ed approfondire le vicissitudini di Garibaldi attraverso i cimeli del medico Giuseppe Basile, ripercorrere i momenti della Grande Guerra con le memorie di chi ne prese parte e molto altro ancora, oggi questa realtà, però, rischia di chiudere per mancanza di fondi. A rendere possibile un suggestivo e sui generis tuffo nel passato è il Museo della Memoria e del Territorio di Siculiana, un piccolo comune di poco più di 4.000 abitanti, in provincia di Agrigento. Una tappa che da oltre dieci anni per molti curiosi ed appassionati si è rivelata obbligatoria, e che negli ultimi cinque anni ha registrato oltre 15.000 visite uniche. La volontà di raccogliere e raccontare le memorie individuali e collettive del territorio è nata nel 2009 da un’idea dell’associazione “Leisure and tourisme”, guidata da Stefano Siracusa, che da quel momento in poi ha dato vita a numerose iniziative, con l’obiettivo, inoltre, di riqualificare un quartiere storico della piccola cittadina. Oggi questa splendida realtà, unica nel suo genere, che loro definiscono «non un semplice museo ma la voglia di riscatto sociale e culturale di una comunità che sta morendo, dove i giovani scappano e gli anziani sono costretti a fronteggiare le difficoltà socio-economiche del luogo», è minacciata dal disinteresse delle istituzione alle quali l’associazione si è appellata per poter sopravvivere. D’altro canto l’amministrazione comunale fa sapere che si impegnerà per impedire che il Museo chiuda i battenti.
«L’idea era quella di creare un museo partecipato - ha raccontato Siracusa - dalla progettazione fino ad arrivare alla realizzazione: il riscontro è stato immediato ed abbiamo ricevuto sin da subito numerose adesioni da diverse parti d’Italia. L’idea del Museo nasce anche grazie a dei workcamp, dei campi di volontariato che ogni anno l’associazione ha organizzato. Un’esperienza durante la quale si organizzavano laboratori, ma anche ricerca e catalogazione o allestimento ed attività artistiche. Questo percorso ha dato vita alla parte espositiva del museo, dove nel tempo siamo riusciti a dare ampio spazio anche a delle installazioni, come “Lo scecco che vola”, realizzate grazie alle collaborazioni dei volontari che hanno preso parte ai laboratori. Si sono susseguite, inoltre, numerose attività rivolte agli istituti comprensivi del territorio in una vera e propria ottica di riqualificazione e rigenerazione urbana».
Un tentativo, andato in porto quando i componenti dell’associazione avevano poco più di vent’anni, con il desiderio di voler mettere in piedi una struttura che fosse anche occasione di crescita culturale per ogni interlocutore e per i cittadini stessi.
«Il museo nasce all’interno di un quartiere che alla fine degli anni Novanta si presentava totalmente disabitato - ha spiegato Siracusa -, come i classici quartieri del Mezzogiorno che ad un certo punto si sono spopolati. Il Comune ha partecipato e si è aggiudicato un finanziamento europeo che ha permesso, infine, la realizzazione del museo. Ad oggi però dall’Ente non riceviamo nessun sostegno trovandoci in grossa difficoltà».
I manufatti in esposizione partendo dal territorio e dalle storie locali, come nel caso del medico Basile, di Siculania, che curò una ferita di Garibaldi, riescono ad affrontare tematiche molto più ampie. Tutto ciò oggi è a rischio chiusura ma l’associazione cerca di continuare il proprio percorso con la determinazione dei membri e con la grande sensibilità che i privati hanno dimostro finora nei confronti di questo progetto.
«Tramite le informazioni legate al territorio - ha proseguito Siracusa - riusciamo ad esaminare aspetti che spesso restano in ombra nei classici programma scolastici: come ad esempio l’influenza massonica nell’unità d’Italia. Non a caso in occasione delle iniziative rivolte alle scuole medie della provincia andiamo a raccontare i fatti, ampiamente documentati, che solitamente vengono censurati o omessi. Si narrano le vicende anche tramite il gioco e la rappresentazione teatrale. Inoltre abbiamo anche aderito ad un progetto del Ministero dell’Istruzione dedicato alla sport ed all’inclusione sociale dove siamo riusciti a coniugare arte ed un’ampia spiegazione su tradizione, folklore ed origini di Siculiana in un percorso itinerante durante il quale abbiamo sottolineato che la storia non è contenuta solo nei locali del museo ma esiste un territorio pronto a raccontarsi. Il museo, anche per queste motivazioni, non è considerato come un semplice contenitore di oggetti ma come un centro culturale dove vengono svolte diverse attività. Annessa, ad esempio, abbiamo una biblioteca, che spesso viene consultata dagli studenti, ma ci sono anche spazi dedicati alle mostre».
Un servizio pubblico, ospite di una struttura che offre servizi museali essenziali, attività correlate e molto altro e che necessita di una soluzione efficace che salvaguardi il museo dopo dieci anni di progetti e di sacrifici.
«Siamo sicuramente favorevoli alle iniziative che le associazioni portano avanti a Siculiana - ha affermato il sindaco, Leonardo Lauricella -, in particolar modo quando sanno coniugare promozione del territorio e delle tradizioni. Abbiamo molto apprezzato il lavoro che ha fatto l’associazione con il Museo e stiamo cercando di trovare il canale giusto per venire incontro alle loro esigenze. Probabilmente stipuleremo una convenzione nella quale l’associazione svolgerà dei servizi e noi ci impegneremo a sostenerli, nei limiti delle possibilità del nostro bilancio, anche economicamente. Si tratta di un valore aggiunto per la nostra comunità sia da un punto di vista economico che culturale motivo per cui l’amministrazione intenderà sostenere questo progetto».
Emilia Rossitto
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