Vista la generosa mèsse di approvazioni, la mostra “Il carro trionfale di Santa Lucia. Verso la ricostruzione†- allestita nel parlatorio delle monache, presso la Chiesa di S. Lucia alla badia – resterà aperta sino al 31 luglio, anziché chiudere i battenti il 6 giugno. Ad ammirare il  prototipo del colossale carro ideato e realizzato nel 1869 dal sacerdote, Giuseppe Cassone, per la festa del Patrocinio di Santa Lucia e andato distrutto nel 1897, quando per l’ultima volta lo si vide girare lungo le vie di Ortigia, sono stati in migliaia, tra cittadini, turisti e scolaresche. Una festa quella di S. Lucia rê quagghie rievocativa del miracolo che la nostra Luciuzza fece alla comunità siracusana nel 1646, quando, nel bel mezzo di una carestia che decimava la popolazione, quel bastimento carico di derrate alimentari fu una gran consolazione.
Il carro originario era di suprema bellezza, la forma d’una nave sollevata dalle sirene in un gesto soave, l’impianto in tre ordini di torri, vi dimoravano angioletti con le ali spiegate, offrivano ghirlande di frutta e fiori, a Santa Lucia tutti gli onori. E la statua della Santa verginella svettava in cima, il manto verde, la corona d’oro, portava i segni del martirio, “Evviva Santa Lucia!â€, la folla, il delirio. La mostra ideata da Lucia Trigilia direttore scientifico del Centro internazionale di Studi sul Barocco e curata dalla stessa con l’assegnista di ricerca Simona Gatto – insieme, inoltre, si sono occupate degli aspetti storici e filologici – è stata resa possibile grazie all’altra assegnista di ricerca Emanuela Paternò e alla tirocinante Valentina Tasca, sotto la guida dei docenti del corso di laurea in Architettura di Siracusa Lucia Trigilia, Luigi Alini e Rita Valenti. La ricostruzione in 3D del carro trionfale è stata sviluppata da Rita Valenti ed Emanuela Paternò del Laboratorio di rappresentazione della Struttura Didattica speciale di Siracusa in Architettura. Il modello in scala 1:10 è stato invece realizzato nel cantiere della Fondazione carri di Santa Lucia di Belpasso - dove Santa Lucia è venerata –, che ne ha fatto dono.
Il fine ultimo di tale progetto scientifico, che già nell’esposizione ha disvelato il suo lato magnifico, è la ricostruzione su scala reale dello storico carro, emblema del barocco, in cui l’arte con quel suo carico di decorazioni era per l’immaginazione uno schiocco. Aspettiamo, dunque, che il carro trionfale, le cui radici affondano negli onori riservati alle somme autorità di Roma imperiale, torni a solcare le vie della città , con la sua base a forma di vascello, rievocativa anche del Rinascimento italiano, quando alla realizzazione dei rituali festivi contribuivano anche artisti di altissimo livello. Un carro trionfale che in Sicilia assunse il carattere sacro, andandosi a collocare nella tradizione del teatro medievale.
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